Aprire un’impresa: una passeggiata o un’Odissea?

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Il mitico Mario Rossi, protagonista del lancio della comunicazione unica, ha fatto la prima vittima: un’aspirante imprenditrice nel ramo del commercio elettronico, esperta di informatica, che, seguendo alla lettera il filmato promozionale di Comunica, si aspettava di riuscire ad aprire un’impresa in un giorno ed è ancora al palo da tre settimane. La colpa? Della tecnologia e di una non sufficiente informazione sulla SCIA (Segnalazione certificata di inizio attività) che in realtà consente di avviare l’attività a prescindere dai tempi dell’istruttoria della Camera di Commercio.

L’aspirante imprenditrice ha raccontato la sua Odissea (non male, visto che sul banco degli imputati c’è anche la procedura Telemaco), con una lunga, dettagliata e divertente lettera. La Camera di Commercio, ovviamente, ha risposto precisando quello che andava precisato, sia sul piano tecnico che sul piano giuridico.

C’è un lieto fine: la questione si è sbloccata alla vecchia maniera, con una telefonata fra il Conservatore del Registro Imprese e l’imprenditrice.

Ecco l’Odissea così come la racconta la protagonista:

“Che impresa… avviare un’impresa!

Avete mai provato ad avviare un’impresa individuale?

Per farlo, dal 1° aprile 2010 è obbligatorio inviare esclusivamente in modo telematico al Registro Imprese la cosiddetta Comunicazione Unica, o Comunica.
Sul sito www.registroimprese.it c’è un fantastico filmato animato che illustra le meraviglie di Comunica: “…Mario, seduto comodamente alla scrivania, ripensa a tutte le disavventure che ha affrontato in passato (…) Che fatica aprire un’impresa! Come sono cambiate le cose da allora! (…) Comunica ti semplifica la vita (…) Comunica si fa in quattro per te.”
Bene, penso, voglio avviare un’impresa e con una più che discreta conoscenza informatica mi accingo ad espletare tutte le pratiche.

Primo passo per aprire un’impresa:

in ogni caso, occorre recarsi di persona con un documento d’identità, previo appuntamento, presso la Camera di Commercio per ritirare un’apposita chiavetta che permette di firmare digitalmente i documenti. La chiavetta non è gratuita, ovviamente, e il costo non proprio modico: 70 euro. Una mattina di lavoro se ne va per acquisto e attivazione. Provo a installare la chiavetta sul mio PC principale. Nulla, la chiavetta non viene “vista” dal sistema. Strano, il mio PC è sempre aggiornato e il S.O. è pienamente compatibile. (Nota: la chiavetta comunque non è fruibile da un utente Macintosh o che utilizzi Linux: non esattamente democratica). Provo a installare la chiavetta sul mio PC secondario. Funziona. No, un momento. Provando a firmare digitalmente un documento compare un messaggio di errore. Consulto il sito del fabbricante. Nessuna illuminazione né nella guida né nelle FAQ. Chiamo il centro assistenza, provo su suggerimento a scaricare e reinstallare i file nella chiavetta. Lo faccio più volte. Nulla, nix, zero. Il servizio assistenza non mi assiste oltre e non mi dà altre soluzioni. A questo punto provo a installare la chiavetta su un terzo PC che mi sono fatta prestare. Identico S.O., ma miracolo, funziona! Misteri dell’informatica, penso. Certo che se un utente medio deve girarsi tre PC per poter utilizzare la chiavetta… Ma sarà colpa mia, dài.

Passiamo agli altri pre-requisiti.

Ho già aperto una casella di posta certificata. Costo: 5 euro ogni anno. Qui riceverò le comunicazioni da parte di Registro Imprese, INPS e Agenzia delle Entrate. Attivo anche l’iscrizione a Telemaco, il sistema che permette di comunicare con le Camere di Commercio nonché di pagare le pratiche. Su Telemaco devo “caricare” un conto individuale con la carta di credito per poter pagare successivamente le pratiche. Faccio tutto e finalmente mi accingo a compilare la Comunica.

In questo caso ho due possibilità: utilizzare il cosiddetto sistema Starweb, pubblicizzato come sistema semplice e che mi consente di compilare tutto online senza installare programmi. Oppure procedere con Comunica, installando il programma Fedra per la compilazione della stessa. Decido per il metodo apparentemente più semplice: Starweb. Procedo con la compilazione dei moduli ma mi accorgo che al momento del pagamento continua a verificarsi un errore e soprattutto non esistono informazioni per la risoluzione del problema.

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Cambio metodo, inizio a scaricarmi e installarmi i programmi per la compilazione di Comunica. Inoltre devo allegare un modulo per l’Agenzia delle Entrate. Devo quindi andare sul sito dell’Agenzia delle Entrate, scaricare e installare un aggiornamento Java, e poi fare la stessa cosa con l’applicazione. Comincia a diventare abbastanza macchinoso. Questa applicazione dovrebbe generare due documenti in due formati diversi. Ne genera uno corretto. L’altro, quello in formato .pdf, manca. Ma così non posso completare la pratica e ovviamente non posso inviarla. Decido di non allegare nulla e cambio metodo per riempire tutti i moduli, sperando che sia comunque corretto, ma al momento del pagamento si verifica un errore. Il messaggio di errore non spiega che cosa fare per risolverlo, né ci sono informazioni nella guida o nel sito. Mi sento persa. Provo a rifare tutta la pratica dall’inizio, le provo tutte. Poi, dopo diversi tentativi, un’epifania. Il mio conto Telemaco è “caricato” con gli euro sufficienti per il pagamento, ma in realtà vanno effettuati due versamenti distinti con la carta di credito per riempire, appunto, due crediti separati. Uno per pagare le tariffe e uno per pagare i diritti. Ma chi è il genio che è riuscito a concepire una simile tortuosità? E perché non c’è scritto da nessuna parte? Hanno fatto bene a chiamare Telemaco questo sistema: è un’Odissea! Inizio ad avere dei dubbi. Non è che avrei fatto prima ad avviare un’impresa recandomi personalmente negli uffici di competenza, o banalmente inviando i moduli per raccomandata? Sto lavorando ormai da diversi giorni a questa pratica che tento di inviare telematicamente senza successo. Più che Comunica la chiamerei “Scomunica”, per tutte le bestemmie che ti fa dire. E ancora un ostacolo. Per sapere qual è l’importo da pagare ho a disposizione un menu a tendina con quattro opzioni: assolvimento bollo in entrata; assolvimento bollo in uscita; esente da bollo; bollo cartaceo. Come??? Potete tradurre in italiano, prego? Quale sarà l’opzione corretta? Cerco una legenda, una spiegazione, ma non trovo nulla. Vado al buio, scelgo a caso. Mi va bene e finalmente riesco a pagare tutto. Invio trionfante la Comunica: ho battuto burocrazia, mancanza di informazioni e di assistenza, arzigogoli e ostacoli informatici. Ricevo nella mia casella di posta certificata l’avviso di ricezione e in brevissimo tempo anche il numero di protocollo.

Poi tutto si ferma. Dopo 21 giorni la pratica non è stata ancora evasa e Agenzia delle Entrate e INPS, che sarebbero tenute singolarmente a rispondere a loro volta entro 7 giorni dall’invio, non danno segno di vita. Inizio rassegnatamente a chiamare i diversi uffici chiedendo informazioni sullo stato della pratica. A proposito: Mario non è più seduto comodamente alla sua scrivania. È sdraiato sul lettino dello psicanalista e ripete ossessivamente che Comunica ti semplifica la vita.”

E voi, volete raccontarci altre storie di comunica, con o senza lieto fine?

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